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FACCIA A FACCIA

con la giustizia riparativa
una rubrica social in cui abbiamo riportato: storie, fatti, pensieri, scritti, eventi e luoghi dove la giustizia riparativa ha avuto un ruolo
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CAPITOLO 1
il 4 agosto del 2009 in Piazza Mercato a Napoli, Gaetano Montanino, guardia giurata, viene ucciso durante un tentativo di rapina, da parte di una banda di ragazzi. Antonio 17 anni, è il memebro più piccolo della banca e anche l'assassino di Gaetano. Viene condattato a 22 anni di reclusione nel carcere minorile di Nisida. Antonio chiede di poter incontrare la moglie della vittima. Lucia Di Mauro, assistente sociale, è la moglie di Gaetano; e a quella prima richiesta reagisce con titubanza e sceglie di prendersi del tempo prima di incontrarlo. Il 21 marzo durante la marcia di Libera, Lucia incontra casualmente Antonio, che è presente grazie ad un permesso concesso dal carcere. Quando lui vede la donna esplode in lacrime e lei lo abbraccia, facendosi reciprocamente la promessa di combattere insieme per la legalità. Parte da quel giorno un percorso di confronto, perdono e riconciliazione. Lucia adotta Antonio e la sua famiglia e lo accompagna ancora oggi nelle avventure della vita.
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CAPITOLO 2
Il 30 dicembre 2022 entra in vigore il Decreto Legislativo n°150, che modifica la norma relativa al procedimento penale. Questo decreto tratta 11 temi relativi al procedimento penale e il decimo è proprio la giustizia riparativa. Vi proponiamo una rapida spiegazione data da Studio Legale AMP su tik tok. 
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CAPITOLO 3
Tony è un uomo inglese che ogni pomeriggio accompagna la madre di 98 anni in sedia a rotelle a fare una passeggiata. In uno di questi pomeriggi viene rubata la borsa della madre. Tony riesce ad inseguire e recupera la borsa senza però identificare l'uomo che l'ha rubata. Il ladro era un ragazzo che fu arrestato qualche giorno dopo. Tony navigando sul web scopre l'esistenza della restorative justice e sceglie di intraprendere questo percorso con il ragazzo. Tony davanti al ragazzo si sente arrabbiato per l'accaduto, ma dispiaciuto quando scopre che il ragazzo ha soli 14 anni, ed è stato indotto da persone adulte a commettere il reato. Al termine del loro percorso il ragazzo sceglie di scrivere una lettera di scuse alla madre di Tony. Quest'ultimo, dopo anni dall'accaduto durante un'intervista dirà queste parole: "la giustizia riparativa ci ha dato l'opportunità di garantire che la nostra voce fosse ascoltata"
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CAPITOLO 4
La notte tra il 10 e 11 gennaio del 2022 Carol Maltesi viene uccisa e i suoi resti vengono dispersi, per poi essere ritrovati nel marzo dello stesso anno. Davide Fontana è l'assassino e spiega questo gesto brutale dicendo di aver reagito a causa della donna, che lo avrebbe usato nonostante l'amore incondizionato che lui provava per lei. Davide viene condannato a 30 anni di reclusione. Il giudice Giuseppe Fazio del tribunale di Busto Arsizio acconsente a concedere il percorso di giustizia riparativa con l'obbiettivo di risolvere quel legame con la società spezzata dal fatto criminoso. Questo percorso però non avverrà con la famiglia Maltese che non è pronta ad affrontare Fontana, ma avverrà attraverso il confronto con altre storie simili.
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CAPITOLO 5
2 sorelle (11 e 13 anni) vengono aggredite dal patrigno e denunciano l'abuso 15 anni dopo. Il loro obiettivo non era perseguitare il patrigno ma ricevere da lui un'ammissione. Quando viene arrestata ammette l'accusa contro di lui. Si rende disponibile per un percorso di giustizia riparativa. Le sorelle erano contente di poter condividere con lui l'impatto che quel gesto aveva avuto sulle loro vite. "Abbiamo avuto un incontro con il nostro patrigno, io e mia sorella abbiamo detto la nostra parte, lui ha fatto lo stesso. Alla fine piangevamo tutti", "Ora possiamo andare avanti con le nostre vite senza il peso di ciò che è successo che ci schiacciava"
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CAPITOLO 6
Brian (63 anni) viene ucciso durante un incidente stradale da Val (20 anni). Dopo 18 mesi Anne, la moglie di Brian, decide di voler intraprendere un percorso di giustizia riparativa con Val. Le autorità la contattano ma a rispondere è il marito Tony. Comunicherà con Anne tramite mail e le spiegherà quanto questo evento ha cambiato la vita della moglie rimasta traumatizzata. E' proprio la mail che fa comprendere ad Anne quando anche Val sia stata vittima come lei. "Rende tutto più facile in un certo senso. Sono felice che la sua morte sia ancora importante per lei. Sono felice che non sia stato dimenticato".
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CAPITOLO 7
Simon mentre tornava a casa, una sera, è stato aggredito al volto e poi sbattuto a terra. Questa aggressione ha compromesso la sua capacità di parlare e di camminare, che oggi lo obbliga ad essere completamente dipendente da cure farmaceutiche. Caroline, la moglie di Simon, e l'aggressore scelgono il prendere parte al percorso di giustizia riparativa. Caroline davanti all'aggressore mostre alcune foto di ferite riportate dal marito e pone solo un'unica domanda: "perchè?" "gli ho chiesto perchè lo avesse fatto e lui ha risposto che quella ser era come un toro infuriato e che Simon non aveva fatto nulla di male" L'aggressore davanti alle foto e al racconto delle attuali condizioni di Simon resta mortificato, e al termine del percorso dice soltanto "se c'è qualcosa che posso far quando uscirò la farò".
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CAPITOLO 8
Lucy stende i panni quando jhon entra in casa e la svaligia. Lucy entra in casa richiamata da rumori forti ma è troppo tardi per poter fare qualcosa. Jhon viene successivamente catturato e condannato a 26 mesi di reclusione. Il giudice consiglia ad entrambi il percorso di giustizia riparativa; entrambi accettano e Lucy durante l'incontro pone diverse domande... "ti dispiace per quello che hai fatto? mi hai spiato per giorni?" Jhon risponde a tutte le domande esprimendo rimorso per quanto commesso. "l'effetto di questo percorso mi ha sicuramente cambiato come persona. Non avevo mai preso in considerazione ciò che le persone potevano provare a causa dei miei crimini" Per Lucy è stato un sollievo fare questo percorso, perchè le ha permesso di porre fine alla sua paura di uscire di cada ed essere osservata. 
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Lydia è stata vittima di una violenza sessuale prolungata 13 anni fa. I 2 colpevoli sono stati catturati, arrestati e accusati ricevendo lunghe pene detentive. Naseem è la persona con cui Lydia era interessata a perseguire la giustizia riparativa. Voleva che ciò avvenisse tramite mezzi indiretti perchè trovava stressante un incontro faccia a faccia. Naseem era in libertà vigilata quando espresso interesse per la giustizia riparativa. "Tutto ciò di cui ha bisogno e anche questo se può esserle d'aiuto". Naseem aveva iniziato già in carcere un percorso individuale sulla consapevolezza di se stesso, dell'educazione, del reato e del futuro. Tra i due l'unico strumento di comunicazione è stata una lettera da parte di Lydia e la risposta da parte di Naseem. Naseem ha dedicato tempo e impegno alla sua lettera di risposta, mostrando consapevolezza e attenzione alle parole e ai termini utilizzati. "La mia paura era che Naseem fosse ancora la persona di una volta. Vedo che è cambiato e ora ha bisogno di prendere in mano la sua vita e viverla. Io ho trovato pace e spero che anche lui possa trovare la sua".
CAPITOLO 9
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